lunedì 15 ottobre 2007


Ieri in quanto elettore di sinistra, sono andato a votare per il segretario del PD e la mia scelta è caduta su Letta. Non credevo che vincesse ma mi sembrava, tra tutti i candidati, persona degna di fiducia: un giovane che conosce bene i meccanismi della politica Italiana.

Sul PD ho le mie idee.

Si è fatto un gran parlare e sparlare del nuovo soggetto politico, ma ahimè, ancora una volta si è assistito ad una strana ed inquietante convergenza di opinioni e di commenti tra la destra e la sinistra radicale del nostro paese.

Io sono di sinistra e lo sono sempre stato, per me essere di sinistra vuol dire innanzitutto innovare e tendere al progresso del paese cercando di dare risposte concrete con azioni rapide e risolute alle necessità dei cittadini, con la consapevolezza e il rispetto del sistema socio-conomico e costituzionale in cui ci muove.

La destra si sa è conservatrice e si caratterizza per difendere lo status quo che l’ha generata, non posso meravigliarmi quindi, se su certi temi essa sia inetta e gretta e non posso soffermarmi più di tanto sulle critiche che ha fatto piovere sul PD prima, durante e dopo la sua formazione.

Due parole invece le voglio spendere per quella formazione politica che adesso si definisce sinistra radicale, ovvero un insieme più o meno goffo di partiti che si dichiarano davvero di sinistra.

Premetto che la sinistra non è ne un luogo fisico dell’ arco parlamentare, ne un insieme di slogan che si è bravi a tirar fuori che anche se veri e condivisibili non possono essere buoni per tutte le stagioni. La sinistra radicale agisce con lo sguardo rivolto a chi vorrebbe massimizzare il risultato di ottenere una società equa ed eguale in un momento in cui la diversità sta scomparendo sotto i colpi assestati dalla globalizzazione, a chi vorrebbe che le cose si facessero “ora e subito” e “senza se e senza ma”, dimentichi del fatto che quei “se” e quei “ma” sono il sale della democrazia e per poterli dire adesso, tanti loro compagni partigiani morirono sotto i colpi del fascio, di coloro che pensano che la lotta per le coppie di fatto o per i matrimoni gay sia da equiparare a quella dei diritti civili, in Italia la lotta per i diritti civili l’abbiamo fatta e l’abbiamo vinta, non del tutto è vero, ma i diritti e le libertà che ci venivano negate erano di ben altra importanza, di chi pensa che si deve andare in pensione con lo stesso sistema in voga venti anni fa perché “mio padre ci andò così” o si deve essere assunti a tempo indeterminato perché se no è “precariato”, peccato che il sistema pensionistico dei nostri padri è il principale colpevole del nostro debito pubblico mostruoso e che se non ci fosse stata la legge Biagi molti avrebbero lavorato in nero o non avrebbero lavorato affatto.

Belle parole non c’è che dire, ti vanno dritte al cuore e ti infiammano.

Ma l’emozione di ascoltare un Diliberto baritonale o un Giordano barbuto indicare in modo compiuto e credibile, come e dove intervenire e soprattutto con quali risorse, ancora non l’ho provata e penso non la proverò mai.

Parole vuote come la testa di Calderoli, proposte improbabili, come la chimera della lotta all’evasione fiscale, cosa buona e giusta questa ma che non si realizza aumentando le tasse.

Se facessimo un esercizio comparativo tra centro destra e sinistra radicale ne verrebbe fuori un disegno deprimente: l’uno si ostina a dire l’uguale ed il contrario dell’altro e alla fine nessuno propone nulla di serio e fattibile, fa solo propaganda per strappare gli applausi dei propri sostenitori.

Il risultato è che il centro destra riesce a fare solo le leggi ad personam per il suo padrone, la sinistra radicale,invece, riesce a non far fare nulla solo per foraggiare lo sdegno degli elettori ed intercettare il voto di protesta di chi è in buona fede ne pensare che il buono sta solo agli estremi.

Non mi sorprende allora tutto questo sdegno da destra e da sinistra nei confronti del PD.

La destra,infatti, si è affrettata a sottolineare che le dimensioni del PD sono importanti, ma non come quelle di Forza Italia in una logica di adolescenziale memoria quando si faceva a gara a chi l’aveva più lungo, se non è politica questa. Tentano goffamente di mascherare la loro vera paura: dover combattere con un avversario ricompattato, scevro dalla famigerata sinistra antagonista, nuovo e soprattutto con un segretario di partito di venti anni più giovane del onnipresente Berlusconi! Se poi ci mettiamo che il PD potrebbe spingere per la modifica della legge elettorale in senso maggioritario e fare alleanze in certe parti d’Italia con l’UDC qualche motivo per preoccuparsi quelli di destra ce l’hanno, eccome!

La sinistra radicale,invece, con la nascita del PD potrebbe trovarsi isolata e sola, costretta a decidere se correre in ordine sparso continuando a sottolineare differenze di forma più che di sostanza, vedi il caso di PRC e PDI, nella speranza di fare l’ago della bilancia e contare qualcosa, anche se per far questo dovrebbe per forza di cosa appoggiare una vittoria del PD alle elezioni; o se ricompattarsi entro uno schema più meno unitario cercando di strappare ancora consensi al proprio elettorato di riferimento che è ormai in esaurimento, sopravvivendo per un po’ prima di scomparire del tutto come già sta succedendo in Europa.

Comprendo il loro scetticismo e le loro critiche al vetriolo ma è un gioco che abbiamo capito e non ci faremo intimorire.

Del resto tutte le volte che abbiamo stretto alleanza con la sinistra radicale il risultato è stato penoso, prima, siamo caduti rovinosamente, adesso, siamo costretti a schivare i loro ricatti, è giunta l’ora di fare a meno dei purismi e dei puristi!

Al PD auguro lunga vita nella speranza che non mi possa mai deludere, ho dato il mio contributo perché so che a questo nuovo Partito non ci sono alternative che le idee contato più degli slogan o della rincorsa ai risultati dei sondaggi.

La politica è l’arte del fare e del proporre alternative, consci del fatto che si è chiamati a rappresentare tutti i settori della vita civile nessuno escluso.

Cosa vorrei che facesse il PD? Semplice, che andasse da solo alle prossime elezioni o che si limitasse a fare quelle alleanze strategiche per consolidare il suo ruolo in zone difficile del paese, specie al Sud, e che trovasse il coraggio finalmente di liberarsi da quei schemi mentali che pur appartenendo ad una storia meravigliosa e che mi riempie di orgoglio, non sono più confacenti alla nuova stagione che stiamo vivendo e che pretendiamo di volere governare.

Volendo usare poche parole: il nuovo si affronta con il nuovo. E in questo panorama di continuo riciclo di ideali storici annacquati e sistemi di potere personificati, il PD mi appare come l’unica cosa nuova, chi dice il contrario è in cattiva fede ed ha perso ogni fiducia nella politica, che voti Grillo o la Brambilla ma stia lontano dal PD dove ancora si tenta di dare dare buona politica ad un popolo affamato di civiltà.

Light&Dark


lunedì 8 ottobre 2007


È incredibile come gli esseri umani accumulino le cose.

Stipate dovunque e lasciate stanche e sole dentro buste di plastica annerite dalla polvere, nella speranza che l’oblio sopraggiunga ad eliminarne la loro fisicità.

Ci abituiamo ad avere scarti di momenti trascorsi, stipati negli angoli più bui della casa, chiudiamo tutto per bene e lo allontaniamo da noi, giorno per giorno, passiamo davanti a quei cumuli della nostra vita che non ci appartiene più e facciamo finta di nulla, per noi è tutto chiuso.

Quando vidi Magnolia per la prima volta, una frase mi restò impressa più di ogni altra: “possiamo chiudere con il passato, ma il passato non chiude mai con noi.”

Quanto è vero, quanto è triste tutto ciò.

Questo fine settimana ho dovuto, mio malgrado, sistemare casa perché la nostra cara padrona di casa ha deciso di imbiancare la casa, era circa un anno che rompeva con questa storia, alla fine per sfinimento abbiamo ceduto.

Come ho già detto tempo fa, divido la casa con tre ragazze, non capisco perché, o forse faccio finta di non riuscirci, quando c’è da lavorare non mi ritrovo mai nessuno accanto.

Dovendo far spazio agli imbianchini ho riaperto quelle buste e quegli scatoli che si erano ammassati negli angoli della casa facendo cernita di ciò che doveva essere buttato via.

Molti ricordi sono venuti alla luce, quattro anni di vita, quattro anni di storie di amicizie e di rotture, la gente che ha vissuto con me ha deciso di andarsene per seguire i suoi sogni o per aver capito che non era più gradita.

Ho spostato la vecchia stufa a gas di Floriana lasciata in quell’angolo dell’ingresso in attesa che venisse a riprenderla, sono passati quattro anni, non penso che lo faccia più ormai. Se ne andò dopo un lite con la sua ragazza avvenuta a casa nostra che indispettì i miei coinquilini, ero stanco di difenderla l’ho lasciata andar via e ho deciso di non vederla più l’amicizia per me era finita, non sono bravo a dare spiegazione i fatti valgono più di mille parole.

Ho messo via per sempre i cappellini da adolescente di F, ragazza della risata cristallina e solare, dalla lingua spigliata e dall’animo giocoso, tutta la convivenza con noi è stato un gioco, adesso che ci penso. Non so bene dove sia ne come stia, ha intrapreso la carriera militare, a ciascuno i suoi sogni.

Ho trovato le cianfrusaglie della ragazza Vacca, essere odioso e maleducato. Adesso è a Roma, è strano come gli arroganti e gli ignoranti alla fine si ritrovano tutti nella capitale. Spero stia bene, anche se ne dubito che possa accadere per chi odia la vita come lei ma soprattutto, spero, che le nostre strade non si incrocino mai più.

Ho buttato la piastra dal manico rotto,irreparabilmente graffiata ed inservibile del Tizio. Anche della sua amicizia e della sua presenza invadente ho deciso di non servimene. Lui per un po’ ha continuato a sputare veleno su di me e le mie coinquiline, noi lo abbiamo ignorato come si meritano gli scrocconi, i bugiardi, i meschini e gli ipocriti; e per questo il suo demone egotico non ci potrà mai perdonare.

Mettendo tutto nei sacchi neri molte cose sono tornate alla mente, bei momenti passati insieme le feste, le rida, gli scherzi. Abbiamo parlato, ci siamo scambiati le nostre paure e i nostri sogni, per qualche tempo le nostre vite si sono incrociate, poi la rottura è stata insanabile e liberatoria. Ciascuno di noi ha trovato il suo equilibrio o almeno per me è stato così.

Spesso ho cercato di darmi una spiegazione sul perché le amicizie finiscono, dopo anni e dopo varie esperienze, ho capito che in realtà le amicizie spesso non cominciano neppure, è la convivenza forzata e il dover dividere degli spazi in comune che ti fa illudere che ciò avvenga, inutile pensarci basta mettere tutto in un sacco nero da buttar via.

Adesso a casa mia c’è più spazio, il passato ritornerà a rendermi malinconico e a rabbuiarmi, ma adesso so che basta avere un po’ di pazienza e un tubo di sacchi neri da 0,49 centesimi per affrontare e sconfiggere le tigri del passato.


Stamattina per la prima volta dopo mesi, ho sentito il vento farsi pungente sulla pelle.

Sta arrivando il tempo dei maglioni di cotone avvolgenti e più caldi,dei cieli lattiginosi e del sole luminoso ma tiepido.

Il vento è cambiato e come ogni volta porterà con se qualcosa di nuovo.

Buon giorno Blog!

Light&Dark

giovedì 4 ottobre 2007


In questi ultimi giorni, parlando con altri amici gay,come me, mi sono trovato a riflettere su come ognuno di noi ha un modo diverso di rapportarsi al mondo esterno e di come l’omosessualità incida su queste dinamiche.

Per me essere gay non è normale ne perché c’è Grillini che me lo dice, di quello che dice quel tizio mi importa poco in verità, ne perché tutto l’arco arcobalenico di circoli ed associazioni lo grida e lo comunica a gran voce.

Soprattutto, non concepisco il fatto, che per quello che sono, dovrei essere per forza orgoglioso e gaio!

Io sono gay punto: Semplice.

Come mi è successo? Non mi interessa saperlo.

Mi innamoro dei ragazzi anche se sono un ragazzo:

Che cosa è l’omosessualità? Semplicemente la mia “natura”.

Sono naturalmente omosessuale come sono naturalmente basso, con tanti capelli e con gli occhi color nocciola.

Essere gay non ti dà nulla di più e nulla di meno che essere eterosessuale, chi pensa e dice che dietro l’omosessualità si annida un animo romantico e particolarmente sensibile fa solo un’operazione sciocca ed ipocrita, chi dice invece che l’omosessualità porta ad una sessualità perversa e inaccettabile getta discredito solo per suprema ignoranza.

Mi piacerebbe che chi in Italia si prende la briga di rappresentare la condizione di omosessuale la smettesse di parlare di razzismo e omofobia e cominci a parlare di sentimenti e di integrazione di rispetto di armonia con se stessi, di testimoniare quelle storie felici che anche se sono poche ci sono e possono solo far bene se venissero portate alla ribalta come quelle tristi e truci..

Essere accettati non può passare, a mio avviso, solo per un pacchetto di leggi poste a nostra tutela, ciò che deve cambiare è in primo luogo, il nostro modo di vivere l’omosessualità e soprattutto il nostro rapporto con la società.

Dico questo, e lo dico da sempre, perché nella mia personale esperienza di vita per il fatto di essere gay non ho mai subito nessuna delle aberranti storie di razzismo ed esclusione da cui tutti, destri e sinistri, prendono le distanze e che in modo ormai insopportabile i rappresentanti del mondo gay ci propinano per intenerire e sobillare l’animo dell’opinione pubblica, pietismo subdolo e inconcludente.

Perché scrivo di questo? Perché spesso mi accorgo che altri gay si sentono offesi, vilipesi e perseguitati più per partito preso che per reale condizione, ed io penso che il sentirsi non accettati sull’onda di una convinzione alimentata da terzi ti impedisca di prendere quello che di buono c’è nella società.

È quello che ho percepito parlando con Sebi e Giuseppe due ragazzi gay non ancora trentenni.

Il primo mentre discutevamo della situazione politica e sociale del nostro paese mi ha confidato che sente l’odio della chiesa e che quest’ultima ha la colpa di infondere odio tra la gente.

Il secondo,invece, pensa che la società sia tesa in uno slancio omofobico verso la sua persona, e questo sulla scorta del fatto che la sua vicina, il giorno dopo una festa per soli gay a casa sua, avesse usato un tono canzonatorio ed effeminato mentre cantava la ninna nanna ai suoi gatti (!?!). Questo l’ha fatto star male perché si era sentito offeso e deriso.

Non mi ricordo chi disse che se combatti il nemico, questo alla fine diventa più forte.

Non penso di avere tutte le risposte, ne che le mie risposte siano più giuste delle altre, ma so che ciò che può salvare il mondo è solo cominciare di nuovo ad avere fiducia nell’uomo ed ignorarne le sovrastrutture da questo costruite nei secoli solo per paura.

Per quanto riguarda la chiesa, penso semplicemente che occorre cominciare ad ignorarla, riservando a questa organizzazione quell’atteggiamento che siamo soliti assumere verso chi non consideriamo un nostro interlocutore.

Se davvero pensiamo di avere dei diritti chiediamoli a chi è deputato a concederli: il parlamento e i miei rappresentanti.

Alzare di scudi verso le parole della chiesa o dissotterrare l’ascia di guerra contro preti e pretonzoli in fondo non fa altro che concedere loro un ruolo che non gli è dato.

A tal proposito mi chiedo. Ma il vero scandalo qual’è? Il fatto che un’organizzazione dica che l’omosessualità è contro natura e se la vivi fai peccato? Questo a mio avviso dimostra solo che c’è chi è costretto ad attenersi a parole scritte duemila anni fa in un librone che si chiama bibbia sostenendo che tali parole sono sempre attuali e frutto di una logica granitica.

A me personalmente questa gente fa tenerezza e anche un po pena, che misera vita deve essere negarsi il diritto di pensare con la propria testa. Ma in fondo ognuno è artefice del priprio destino.

Sarò strano, ma io di quest’universo di baciapile e ipocriti incensati non voglio interessarmene, che parlino al vento, già lo fanno ad un’entità che non esiste.

Per quanto attiene al rapporto con gli altri in genere, vicine di casa gattare e spostate di testa comprese, sostengo che ciò che può fare la differenza è avere un atteggiamento del tutto identico a quello che si avrebbe con i propri amici gay.

Se ci ostiniamo a condurre questa doppia vita, una, riservata agli amici etero, ai tuoi colleghi di lavoro o di università ai vicini di casa, l’altra ai nostri “simili”, non facciamo altro che dar ragione a chi pensa che di quello che siamo se ne deve avere vergogna e si deve tenere nascosto come un difetto che non si vuole far vedere.

La gente che ci circonda non ci conosce, magari aspetta proprio da parte nostra l’opportunità di farlo.

Alla vicina di casa che canta in modo effeminato quando ci vede perché non la invitiamo a prendere un caffè da noi? Al collega che ci canzona, perché non gli presentiamo le nostre amiche più carine? Al passante che ci guarda in modo truce, perché non gli rivolgiamo un saluto?

Spiazziamo i nostri nemici semplicemente non trattandoli come tali, facciamo il contrario di quello che gli altri si aspettano da noi: viviamo felici!

Buonismo penserete, invece no! Semplicemente quel rispetto e quella civiltà che siamo bravi a pretendere ma di cui per paura o per vanità intellettuale pensiamo di non dover dare.

Non ci resta che fare che i nostri desideri diventino realtà.

Light&Dark

martedì 2 ottobre 2007

Ieri a nella mia casa adottiva nella città nera….


Parlando con la mia coinquilina, ho capito che la vita è mutamento e i cambiamenti devono essere intrapresi con un coraggio che forse io non possiedo del tutto.

Vorrei avere più tempo per me stesso, non dovermi preoccupare del mio futuro.

Che è successo, mi chiedo a volte? Dove sono finte le promesse di gloria carriera e futuri radiosi? Studia e il mondo sarà vostro! Così ci dicevano, e noi abbiamo avuto fiducia! Siamo stati sciocchi o solo stupidi?
Quando studiavo e rinunciavo per studiare ai viaggi, alle relazioni e al tempo libero richiestomi della mia passioni, credevo che lavorando avrei avuto tempo e denaro a sufficienza perconcedermi una qualità di vita migliore, purtroppo non ho considerato che vivo in Italia.

E adesso a trentadue anni con una laurea, un master, l’abilitazione forense ed un lavoro a tempo indeterminato sotto pagato non posso far altro che sentirmi inutile e quasi fallito!

Cambiare…….. che verbo affascinante, ma in questo paese a quanto pare è un lusso che non tutti possono permettermi!

Oggi andrò ad informarmi per seguire un altro master, se non altro spero di incontrare persone che come me aspettano un incoraggiamento per affrontare il demone del cambiamento.

Buon giorno blog!

Dei blog e sul mio blog!



Da quanto tempo non posto qualcosa!

Una volta un tizio, che aveva aperto un blog per dare sfogo alla sua voglia di scrivere o almeno così asseriva, mi disse che per tenere un blog si devono avere molti argomenti, occorre sempre aggiornare le pagine, cambiarne i contenuti e soprattutto fare opera di diffusione tra gli altri blogger; della serie, apri un blog e fa’ tutte le cose che faresti nella vita di tutti i gioni, questa cosa non mi ha mai convinto del tutto.

Un blog, almeno per me, è una pagina dove puoi sfogarti e mettere per iscritto le tue idee, i tuoi ricordi, le tue sensazioni.

In un blog, anche se è sempre più raro, può accadere che un internauta per puro caso approdato ai tuoi lidi virtuali, ti lasci un commento, tutto qui, un blog è questo.

Guardandomi in giro vedo blog che sembrano un crocevia tra un manifesto di partito politico e un’agenzia di stampa. Capisco ed ammiro l’interesse verso il mondo che ci circonda e l’attualità, riconosco a tutti il diritto di commentare le notizie ed i fatti del giorno ma a che pro se poi alla fine si dice qualcosa per compiacere se stessi e gli altri? Dov’è la libertà di avere un proprio spazio, anche se virtuale, se poi ci si appiattisce su posizioni che altri hanno già stigmatizzato?

Forse non posso, e soprattutto non devo, giudicare nessuno e non è questa la mia intenzione il mio è solo rammarico per il fatto che molte delle finestre virtuali che albergano in rete invece di trasmettermi qualcosa dei loro proprietari mi rigurgitano frasi e pensieri politico-intelletuale che potrei trovare, più facilmente aggiungerei, nei siti dedicati.

Forse sarà la mia innata diffidenza verso gli altri e forse sarà la mia mancanza di auto proclamazione che mi fa dire e scrivere tutto ciò.

Light&Dark

martedì 25 settembre 2007

In nome del popolo italiano


“Il Monsignor Betori non capisce come un Tribunale italiano possa aggirare un legge 40”

Il porporato si riferiva alla sentenza del Tribunale di Cagliari, che ha riconosciuto il diritto ad un coppia di poter impiantare, tramite la fecondazione in vitro, un embrione che non svilupperà, con ragionevole certezza, la talassemia o Anemia Mediterranea.

Quando ero piccolo spesso andavo in ospedale, facevo molti controlli e conoscevo medici e soprattutto pazienti bambini come me.

Nei lunghi pomeriggi passati nelle cupe e silenziose corsie dell’ospedale del mio paese, ho avuto l’occasione di conoscere altri bambini con i quali condividevo la triste sorte della malattia.

E vi assicuro che nulla è più triste di un bambino malato.

Questa storia mi ha fatto tornare alla memoria l’incontro con due bambini, fratello e sorella, andavano in ospedale due o tre volte a settimana e conoscevano a menadito i corridoi e i reparti del nosocomio cittadino, tutti li conoscevano per un nome che purtroppo non ricordo più, il loro incarnato era di un colore strano ed erano spesso stanchi, avevano la Talassemia.

Nel reparto pediatrico trovavi molti opuscoli informativi sulla malattia che spiegavano che la Talassemia è una malattia genetica che si trasmette da genitori portatori sani.

Ricordo, che mentre giocavamo nelle improvvisate sale gioco dell’ospedale, tentando di confezionare costruzioni con un senso logico con lego spaiati e impolverati o sforzandoci di divertirci a guardare le illustrazioni per bruttissimi libri per bambini, ci raccontavamo la nostra giornata ospedaliera.

Io dei miei fastidiosi ed invadenti esami ai polmoni con macchinari rumorosi e maleodoranti, loro delle interminabili trasfusioni di sangue, ne facevano fino a tre ogni settimana e questo li costringeva a saltare le lezioni, a non poter seguire nessun programma televisivo o a fare molte delle cose che io invece ero libero di fare, all’epoca non lo capivo ma sono stato molto fortunato, il mio male ha avuto una cura il loro era un male incurabile.

Adesso che sono adulto so anche che di Talassemia si muore.

La scienza medica, in questi ultimi anni, mediante la pratica della fecondazione assistita e della diagnosi preimpianto dà la speranza alle coppie di genitori portatori sani della Talassemia, e delle altre malattie geniche, di procreare figli sani.

Devo riconoscere, però, che nel nostro paese per molti anni su questa tematica esisteva un pericoloso vuoto legislativo a cui si era doveroso porre rimedio.

Il precedente governo volendo porre rimedio alla situazione, dissimulando una volontà regolatrice ha ceduto,invece,a spinte ideologiche degli atei devoti, dei cattolici organizzati e dalle chiesa, che ha visto in tutto questo una possibilità di rivincita sulla legge 194 e al contempo la possibilità di dare in pasto ai cattolici-deputati ed elettori, un novello simulacro attorno al quale riunirsi come un “gregge” di lupi inferociti.

Il risultato è dai più conosciuto: la legge 40, modello di modernità per gli italici cattolici, legge ingiusta, inefficace e mortificante per la donna per i laici.

Le leggi,però, non dovrebbero essere valutate dal punto di visto morale e religioso né dovrebbero rispondere alle istanze di una parte della società, le leggi servono per regolare una materia non per impedirne l’applicazione.

Molte parole potrebbero essere spese sulla legge 40, dal mio punto di vista penso che ciò che è più pericoloso è stato l’inserimento del principio del riconoscimento dei diritti dell’embrione primo passo verso l’equiparazione con l’essere umano, principio che se portato all’estremo, porterebbe a conseguenze tragiche da un lato e comiche dall’altro.

Non entro nel merito dalla sentenza, non ne ho letto ancora le motivazioni.

Una cosa è certa, devo ancora una volta registrare che in certe materie la nostra giurisprudenza,il terzo potere degli Stati democratici, si è dimostrata più lungimirante e ragionevole della nostra classe politica.

Questo purtroppo capita quando le leggi rispondono più a pretese ideologiche non da tutti condivise, che alle reali istanze e bisogni dei cittadini.

Preferirei che queste cose non capitassero nel nostro paese, le leggi dovrebbero essere cambiate in Parlamento o meglio essere fatte per tutti credenti e non.

Betori non capisce. Non capisco neanche io eminenza, ma per motivi diametralmente opposti ai suoi per fortuna!

Vorrei ricordarle cardinale, che le sentenze di uno stato civile legittimamente prese lei non ha il diritto di commentarle.

In tutta questa storia, tecnicismi e ideologie a parte,una coppia sarà allietata dalla gioia di un bambino, una nuova vita, una dono prezioso per i genitori e per questo paese.

Spero che questo bambino crescendo avrà la ventura di vivere in un paese migliore e forse di poter conoscere una chiesa più umana.

lunedì 24 settembre 2007

Cose buono dal mondo


La notizia che nell’ex Birmania dopo anni di repressione, da uno dei regimi militari più cruenti e più chiusi, migliaia di cittadini da giorni scendono in piazza seguendo l’esempio pacifico dei monaci buddisti mi ha particolarmente colpito.

Io mi reputo un laico nel senso più tradizionale del termine, non riconosco alla religione alcun ruolo centrale nella società e penso che essa, seppur debba essere libera e non ostacolata dagli stati, non possa divenire metro per giudicare le politiche e le scelte di un paese.

La laicità è un valore che non può essere paragonato alla religione, perché, essa è il fulcro ideale che deve esistere e ispirare la democrazia, gli stati confessionali, e oggi ne sono tristi esempi l’Iran o la Nigeria, sono caratterizzati dalla brutalità dove in nome di una supposta superiorità morale di pochi si opprimono le coscienze e le libertà personale dei singoli individui.
Essere religiosi dovrebbe essere un fatto privato, una fonte ispiratrice della vita personale dell’individuo, senza per questo pretenderne l’applicazione attraverso provvedimenti legislativi, perché la legge in uno stato democratico deve appartenere a tutti.

Tutto ciò premesso e riprendendo la notizia con la quale ho aperto questo post, non posso che riflettere sul fatto che la religione in questo come in molti altri in verità casi riesce a divenire quell’elemento di coesione delle coscienze che in modo diretto attraverso le suggestioni di messaggi superiori, o divini se vogliamo, riesce ad indicare alle masse un via alternativa che può essere intrapresa.
La mente non può andare ad un personaggio come Gandhi che facendo leva anche sulla religione del suo paese senza versare ne sangue ne lacrime riuscì a far arretrare il più imponente degli imperi quello Britannico.

Se tentassimo un parallelismo tra i monaci scalzi, poveri, raminghi ed asceti della Birmania con i nostri esponenti del clero, tronfi detentori di un potere temporale protetto e giustificato anche con la menzogna, poveri spiritualmente ma ricchi ed avidi di beni materiali, le religioni occidentali risulterebbero un mesto e triste ritratto della decadenza dell’occidente a cui però sembriamo esserci assuefatti tutti da tanto tempo.

So che a molti la mia sembrerà un’invettiva livorosa e di parte ma i miei argomenti non si fermano solo ad atteggiamenti, comportamenti e contegni esterni a cui il Vaticano ci ha abituato ed personalmente infastidito negli ultimi secoli.
Ogni grande movimento di massa ha le sue contraddizioni a me non tocca che prenderne atto e esplicitare il mio biasimo.
La storia della chiesa, specie quella cattolica, sta a dimostrare, come essa è sempre stata dalla parte dei potenti per difendere i suoi interessi personali prima di avere cura delle anime e delle vite dei fedeli che pretende di voler difendere.

Anche in Italia abbiamo subito l’onta di una dittatura, becera e autodistruttiva che ancora stenta nel cuore della gente ad essere estirpata, la chiesa e il papa avrebbero potuto fare la differenza ma hanno deciso di non farlo, i Patti Latenarensi ne sono la dimostrazione palese e triste.
Qualsiasi chiave di lettura si voglia dare a quel periodo storico, qualsiasi tesi che argomenta al contrario asserendo che la chiesa è stata vittima degli eventi, mi sembra ancor di più ipocrita e oscena di fronte al sacrificio fisico e morale che migliaia di monaci birmani in questo momento stanno affrontando.

A volte vorrei essere religioso per poter pregare,affinché, un dio possa sostenere ed aiutare gli uomini giusti e coraggiosi, ma da agnostico non mi resta che sperare e dare testimonianza.

Buona Notte Blog!

domenica 23 settembre 2007

Mostri sulle scale


Ognuno di noi custodisce un mostro dentro di sé e quel mostro lo devi prima conoscere e poi apprezzare.

Ti capita a volte che la gente che incontri ti risulti strana o assurda o peggio ancora ti procuri disgusto o fastidio.

Io credo che questo dipenda dal fatto che il mostro interiore sia stato accettato o meno dal suo portatore.

Se ciascuno di noi avesse il coraggio di prendere per mano il suo mostro di guardarlo negli occhi e di vivere di conseguenza si eviterebbe di cadere nel ridicolo continuare di dare agli altri un immagine che non ti appartiene e che prima è destinata a tradirti.

Già tradirti perchè il mostro che è dentro di noi può anche farci paura, può anche non avere le carte in regola per essere accettato nella nostra edonistica società, ma è pur sempre parte di noi e della nostra anima.


Ieri sono con Dave sono andato a trovare sue nostre amiche che dopo un anno di sincero affetto hanno deciso di andare a vivere insieme si doveva brindare alla loro nuova casa.

Sono molto contento per loro sono rimasto colpito dalla casa e da come con un po' di fantasia e impegno,capacità che alla Miletessa e a Shirin non mancano affatto, quella casa ancora spoglia e indefinita potrebbe trasformarsi.

Anche Dave ha detto che l'appartamento possiede un bel movimento, e se lo dice lui che è ingegnere, strano,però,un immobile che possiede un movimento a me è sembrato quasi metafisico.

La Miletessa è una mia grande amica, la persona con la quale puoi parlare di tutto e con la quale i tuoi pensieri acquistano una dignità che prima pensavi non possedessero, avrà anche un carattere a volte grave a volte ombroso ma è una persona che possiede una delle più nutrite scorte di autoironia che conosco, lei conosce il suo mostro e te lo fa conoscere per quello che è.

Dopo questa pausa piacevole, in cui solo per un istante ho provato un po' di nostalgia per quello che lei ha saputo costruire e che a me sembra non voler capitare, abbiamo deciso di concludere la serata nel modo più classico: andando al Niewsky, allettati anche dal fatto che si sarebbe tenuto un concerto di musica molto interessante.

Al Nievsky,però, la musica non si è rilevata confacente ai gusti miei e a quelli di Dave, certe sonorità e certi accordi tutti uguali suonati all'infinito,non volendo togliere nulla all'arte che essi possono esprimere, non credo riuscirò mai ad apprezzarli, per fortuna il luogo offre l'alternativa della scalinata.

Non finirò mai di stupirmi della varietà di persone che puoi incontrare ma soprattuto di ciò che può capitare di sentire o di assistere.

Un'umanità variegata e diversa si ritrova,non si capisce bene spinta da cosa, nello stesso momento a condividere in pochi metri quadrati spazio, tempo, ossigeno, amicizie e fumo di sigarette.....

Spesso la folla è così nutrita che può capitarti di ascoltare i pensieri altrui di condividere le gioie e le tragedie di chi ti sta accanto seduto sugli scalini neri come la pece o appoggiato alle meste ringhiere di ferro battuto.

Così incontri Andrea e il suo ragazzo vestiti di tutto punto come due damerini in old style che ti informano sorridenti della loro vita zuccherosa.

Oppure ti si avvicina il tipo, che mesi prima avevi non molto gentilmente pregato di uscire dalla tua vita, che ti informa che per lui è giusto mantenere un contegno civile e così prima ti saluta, poi ti si pianta accanto per tutta la serata, ti invita ad andare in discoteca con lui, ti chiede ti prendere il suo nuovo numero di telefono e per concludere comincia sensualmente, o almeno provandoci, a toccarti la schiena.

Ma l'apice della serata poi è stato toccato quando una figura a metà strada tra Toni Manero e Vanda Osiris scendendo dalla scalinata e aggiustandosi il gilet sopra la camicia fucsia schocking si è rivolto al suo amico proferendo : “Oddio oggi non mi corteggia nessuno...!”

Risultato: per tutta la serata ti tocca schivare la merda che altri decidono di condividere con te.

Se solo la gente lasciasse liberi i propri mostri..............




Oggi sono andato a lavoro, eh già si lavora anche di domenica a volte.

Di pomeriggio le città era desolata e avvolta in una calma aliena, il cielo azzurro cristallino era coperto di nuvole bianchissime e una leggera brezza sembrava giungere dal mare.

Andando verso l'ufficio davanti a me due signore africane coloratissime ondeggiavano nei loro costumi tradizionali e per un attimo il mondo mi è sembrato più piccolo.

Notte blog!

sabato 22 settembre 2007

Dei grilli e degli ippopotami


Oggi è Un giorno di quelli in cui gli ippopotami del mio cervello hanno deciso di non darmi tregua, e sguazzano senza grazia nei miei liquidi cerebrali.

I pensieri si affollano nella mia mente, mi sono imposto di non leggere i giornali per un po’ di tempo cercando di evitare un overflow di informazioni.

Se poi ci mettiamo anche che a lavoro la situazione si è fatta tesa a causa di una scadenza improvvisa, il quadro si tinge di tinte fosche, stanchezza fisica e mentale.

Tutto è iniziato giovedì, giorno dedicato a Santoro, che parlava di Grillo, che parlava dei politici che ancora una volta hanno dimostrato di non essere capaci di parlare di nulla senza far apparire il più lapalissiano dei concetti un arcano indecifrabile.

Su Grillo ho le mie idee, come tutti.

Ciò che il personaggio dice è certamente giusto ma come ha ricordato il buon Sartori, che ammiro e stimo, le stesse cose sono state previste da altri e già da tempo, a lui deve essere riconosciuto il merito di aver trovato il mezzo più adatto a veicolarle, in questo paese c’è un problema di comunicazione ad ogni livello, dai colloqui quasi impossibili con il portiere dello stabile in cui abiti, alle richieste ormai urlate al tuo rappresentante nelle istituzioni.
Ottimo comunicatore il Grillo, qualcuno per aver preso in giro il potere anni fa ha vinto il Nobel, lui vuole di distruggere i partiti, inventeranno un Nobel anche per questo?
Grillo ha usato la rete internet che è diventata il non luogo per eccellenza, la dimensione che almeno ai suoi albori sembrava libera e non depredata dalle mire del potere, un luogo ideale in cui i giovani secolarizzati, per lo più di sinistra cercavano di rifugiarsi per sfuggire alla paura di aver perso i loro partiti di riferimento i luoghi reali in cui aggregarsi. Adesso internet è il luogo in cui tutti cercano il loro quarto d’ora di celebrità pensando di essere portatori di verità assolute ed uniche. E allora, vaffanculo alla persona, benvenuta all’ideologia, alle veline dei partiti e alla dottrina della chiesa, a quando un bella colonia su Marte dove esportare la nostra merda mediatica?

Sui i contenuti del Grillo urlante avrei delle riserve se permettete, solo riserve non critiche delegittimanti…..

La proposta di vietare l’accesso alla vita politica ai condannati in via definitiva non mi piace per due semplici ragioni, la prima,risiede nel fatto che chi ha scontato la pena ha pagato il suo debito e la sanzione ha funzione riabilitativa nella società, la seconda, perché non mi piacciono le stagioni da caccia alle streghe e del sospetto, la supposta superiorità morale è un’arma a doppio taglio che avvelena gli animi e nutre il vero male della politica Italia: la delegittimazione reciproca.
Se non si volessero davvero i condannati in Parlamento basterebbe non votarli e se tali loschi figuri ci vengono imposti dai partiti basterebbe non recarsi alle urne.
Non esiste nessuna differenza tra elettori ed eletti, in diritto si distingue solo tra posizione attiva e passiva,se un elettore avesse remore ad eleggere un pregiudicato o un condannato, trovandosi in tale in tale stato non penserebbe a candidarsi, la vera impunità di cui godono i politici è quella dalla condanna morale della società civile. Quindi un bel fan culo spetta a tutti e non ci salva il fatto che l’otto settembre qualcuno è sceso in piazza!

La questione del voto di preferenza, poi, ha i suoi lati oscuri. Ricordate quando i santini dei politici erano traforati con le lettere del cognome del candidato per permettere anche agli analfabeti di votare? E si andava ovunque per scovare il più derelitto, lo si fa tutt’ora in verità, a cui far credere che l’uomo ritratto era al pari di un santo che tutto poteva? Ricordate il mercimonio del voto e il ricatto che seguiva alla conta dei voti? Io sì! Ricordo bene, sono nato e cresciuto in Sicilia e queste cose succedono ancora oggi! Ma vi è di più, la legge che ha abolito le preferenze e stata introdotta sulla scorta del fatto che l’elettore ha perso il suo ruolo di protagonista della politica per divenire mero consumatore, e le liste come qualsiasi prodotto vengono preconfezionate in base al consenso che possono ottenere. In una assurda e spietata logica di marketing se i condannati hanno più amici o famiglie più numerose che ben vengano… Si faccia un giro a Palermo Grillo urlante e veda con i suoi occhi quanto seguito hanno i Dell’Utri e Cuffaro, qual è il vero problema? Dell’Utri o Cuffaro o le loro corti di sostenitori anche nella media alta borghesia?

Per quanto attiene alla proposta di limitare il numero massimo di legislature ad un massimo di due lo trovo giusto e sacrosanto ma solo se si rimane ancorati al modello del tutto particolare della nostra cara Italia.
Il punto è sempre quello, se non ci fosse l’idea diffusa tra gli elettori che avere un santo in paradiso è l’unica e sola via per il successo e l’affermazione allora nessuno si ostinerebbe a votare i soliti individui con la stessa facilità con la quale si rinnova anno per anno la propria polizza RCA auto.
Per molti la politica non deve essere un mestiere. Questa è la più grande delle ipocrisie e delle falsità.
La politica deve essere un mestiere, e come per accade per ogni mestiere devi studiare,impegnarti e fare gavetta o carriera che dir si voglia.
In Francia da oltre cinquanta anni esiste la scuola superiore di amministrazione, dalla stessa sono usciti tre ex presidenti, il presidente attuale, la sua sfidante, svariati ministri e alti funzionari, la pubblica amministrazione francese è una della meglio funzionanti in Europa.
Ognuno di questi personaggi chiamati a governare o amministrare il proprio paese conosce come questo funziona e su quali basi si poggia ma soprattutto ha imparato che governare è un dovere.
Come non credo che la Thatcher facesse la massaia o la velina televisiva, prima di diventare il primo ministro inglese più influente nella storia del suo paese dopo Sir Winston Churchill.
Gli statisti delle grandi democrazie hanno dimostrato che per governare uno stato si ne devono conoscere le dinamiche e le caratteristiche,lo si deve rispettare ed amare come entità viva a cui non puoi rifiutare ne il diritto dell’alternanza ne quello alla democrazia!

Difficile spiegarlo ad un imprenditore avido, ad un barone universitario e tanto meno a chi si è diplomato a Scuola Radio Elettra (con tutto il rispetto per i diplomati a questa scuola).

Dai Grillo non vorrei che mi parlassero alla pancia nutrendo il mio sdegno, vorrei che si rivolgessero al mio cuore e mi indicassero la via per sgomberare la mia mente della paure di quest’epoca triste!

Forse dovremo tutti ricordare la lezione di Pasolini, in fondo al nostro cuore risiede la verità ma appena la si proferisce questa svanisce, quante parole si stanno dicendo quante verità individuali si stanno uccidendo!

Scritto da Light

Ieri uscendo dal lavoro, nascondo da occhi indiscreti, un uomo con la Lacoste fumava e beveva vino scadente da un cartone alimentando la sua disperazione e i suoi occhi erano persi in un vuoto che mi ha fatto paura, la vita sa essere crudele a volte e dell’indifferenza degli uomini essa si nutre!

Scritto da Dark

giovedì 20 settembre 2007

Catania


My Town.

Oggi, Catania, la città nera dove vivo ormai da tempo, mi ha regalato una giornata fresca dove il sole luminoso non sembra volerti bruciare la pelle, era un po’ che non accadeva l’estate di quest’anno è stata pesante anche per un siculo come me…..!

Ormai l’inverno sta arrivando e tutti sembrano averlo capito, le signore vanno a fare la spesa senza prole al seguito, le ragazze camminano più spedite e molto meno scollate, i ragazzi cominciano a perdere l’abbronzatura e a mettere meno gli occhiali da sole… finalmente!

La fiera estiva dei corpi sta cessando un’altra volta, vestiremo in modo più mesto ma anche più ordinato e il tempo sarà scandito dagli impegni di lavoro e di studio.

È interessante osservare l’umana vita che ti scorre accanto, sentirne il rumore, l’odore, ascoltarne le parole, conoscerne i pensieri che a denti stretti imprecando ti capita di captare.

Catania è una città strana, se dovessi trovare una formula per descriverla potrei usare “la città delle promesse non mantenute”!

In poco meno di dieci anni da città che ammaliava il mio animo provinciale con i suoi colori, con la sua vita pulsante fatta di musica, concerti, locali alternativi, impegno sociale e politico, è diventata un luogo triste, scandito da ritmi lenti e vischiosi, dove la gente, anche quella che un tempo ammiravo, è rimasta ancorata ai vecchi fasti del passato e come vecchi nostalgici cantano la stessa canzone, come per farsi forza e fuggire dalla realtà.

Questo cambiamento lo noto quando decido di andare alla mitica scalinata Alessi, il luogo in cui si trova il primo pub di Catania, lo storico Niewsky.

Ricordo la prima volta in cui andai. Ero un giovane universitario, e quel luogo, in cui trovavi insieme giovani intellettuali che discettavano di politica, di romanzi e film d’autore tra un birra scura o un bicchiere di vino mentre venivi scrutato dagli occhi intenti dei ritratti di Marx e del Che, i tuoi pensieri salivano in alto e credevi che quei sogni un giorno si sarebbero trasformati in realtà.

Era il miracolo degli anni novanta, Tangentopoli aveva dato, finalmente, la parola ai giovani come me e nelle famiglie, o per lo meno nella mia, i miei genitori mi chiedevano per chi votare.

Ci sentivamo padroni di noi stessi e le idee erano chiare e spesso si trasformavano in azioni.

Al Niewsky ho preso coscienza della mia omosessualità,ho capito che essere gay non è ne un peccato ne un’onta ma soprattutto che se sei una persona speciale la tua vita sentimentale diviene un patrimonio che molti sono disposti ad ascoltare ed accettare.

Adesso è tutto diverso tutto spento e non capisco perché, sarà la crisi politica, il ristagno economico, l’arroganza dei potenti e il qualunquismo della classe media fatto sta che spesso nello stesso luogo in cui un tempo mi trovavo a mio agio un solo pensiero mi passa per la mente: Ma io qui che ci faccio?

Mi dilungherei volentieri a parlare della mia omosessualità e della mia personale visione del mondo politico ma sono troppo poco egocentrico….. per adesso.

Uscendo dal lavoro il cielo era bellissimo, le nuvole avevano le sfumature della sabbia del deserto e si stagliavano in una tavolozza color indaco tempestata dai tremolanti bagliori delle prime stelle, mi sono sentito felice, chissà quante persone l’avranno notato…..

Notte blog!

Scritto da: Light

Nuova Apertura!


Ieri ho aperto questo Blog, il mio primo Blog, pensavo di avere tanto da scrivere ma adesso mi rendo conto che certi pensieri che solitari ed improvvisi varcano le sinapsi del nostro cervello sono eventi unici e fugaci. Praticamente li dimentico facilmente, ma ci sono, parola mia!

Volevo scrivere fin da subito in queste pagine virtuali, ma non ho avuto il tempo…. Già il tempo questa entità che in gioventù ci ostiniamo a sprecare come se fosse una risorsa infinita, per poi capire,crescendo, che qualcuno inesorabilmente se n'è appropriato.

Non capisco come faccia certa gente a scrivere fino a due post al giorno ma che lavoro si sono trovati? E soprattutto che si fa per averlo?

Il lavoro, questa parola salita agli altari del riconoscimento costituzionale non solo come diritto primario dei cittadini ma come fondamento stesso del nostro stato, così trovavo scritto nei libri di costituzionale all’Università; adesso capisco perché questo paese va a rotoli: perché nessuno lavora, e chi lo fa appartiene a due tristissime categorie: i lavoratori da consumare, categoria triste in senso ontologico e quelli che consumano il lavoro di altri lavoratori.

Ahimè! Io faccio parte della prima categoria.

Lavoro otto ore al giorno, continuo a studiare ed a cercare di accrescere il mio bagaglio culturale per trovare un lavoro migliore.

Quelli come me sono costretti a sostituire la vita fatti di esperienza, di cultura con la C maiuscola, di amicizie, sentimenti ed esperienze con i conti da pagare, le scadenze contrattuali e i concorsi della speranza, lesinando su ogni cosa, anche su se stessi.

……Chissà forse un giorno farò parte della seconda categoria e chissà forse, ma questo attiene alla mia visione ideale del mondo, non ci saranno più categorie.

Certe volte mi sforzo di pesare a cosa passi per la mente della maggior parte dei politici o dei leader spirituali di casa nostra, ho detto la maggior parte perché alcuni non credo siamo dotati dell’organo preposto a tale funzione, quelli che per capirci dovrebbero darci delle risposte o per lo meno essere in grado di farsi delle domande sensate…..

Ad esempio…..

Cosa pensa di fare Prodi quando stringe gli occhi prima di rispondere a qualsiasi domanda? Si crede il giapponese di Heroes che ferma il tempo e riesce a teletrasportarsi in qualsiasi parte del globo? Io fossi in lui certe volte me ne scapperei davvero……

E Berlusconi? Pensa davvero che gli italiani non capiranno la differenza tra lui e la Brambilla? Il fondo tinta è una tonalità completamente diversa! Le idee purtroppo sono pericolosamente le stesse……

E in questo marasma in cui noi poveri essere umani corrotti dal peccato e senza una giuda volgiamo fiduciosi lo sguardo a Dio, o come si fa in Italia ai vari idoli sparsi per l’italico suolo (ma com’era la storia del monoteismo…..bho?) ascoltando le parole del suo più fedele rappresentante,ovvero, il papa..... l’AD di Dio l’unico uomo sulla terra che potrebbe partecipare al trentottesimo episodio di Star Wars interpretando l’imperatore Palpatine senza bisogno di make-up…..

Non c’è che dire! Rileggendo quello che ho scritto essere nato in Italia è proprio una gran fortuna.

Mha!Adesso torno a lavoro, a presto blog!