giovedì 4 ottobre 2007


In questi ultimi giorni, parlando con altri amici gay,come me, mi sono trovato a riflettere su come ognuno di noi ha un modo diverso di rapportarsi al mondo esterno e di come l’omosessualità incida su queste dinamiche.

Per me essere gay non è normale ne perché c’è Grillini che me lo dice, di quello che dice quel tizio mi importa poco in verità, ne perché tutto l’arco arcobalenico di circoli ed associazioni lo grida e lo comunica a gran voce.

Soprattutto, non concepisco il fatto, che per quello che sono, dovrei essere per forza orgoglioso e gaio!

Io sono gay punto: Semplice.

Come mi è successo? Non mi interessa saperlo.

Mi innamoro dei ragazzi anche se sono un ragazzo:

Che cosa è l’omosessualità? Semplicemente la mia “natura”.

Sono naturalmente omosessuale come sono naturalmente basso, con tanti capelli e con gli occhi color nocciola.

Essere gay non ti dà nulla di più e nulla di meno che essere eterosessuale, chi pensa e dice che dietro l’omosessualità si annida un animo romantico e particolarmente sensibile fa solo un’operazione sciocca ed ipocrita, chi dice invece che l’omosessualità porta ad una sessualità perversa e inaccettabile getta discredito solo per suprema ignoranza.

Mi piacerebbe che chi in Italia si prende la briga di rappresentare la condizione di omosessuale la smettesse di parlare di razzismo e omofobia e cominci a parlare di sentimenti e di integrazione di rispetto di armonia con se stessi, di testimoniare quelle storie felici che anche se sono poche ci sono e possono solo far bene se venissero portate alla ribalta come quelle tristi e truci..

Essere accettati non può passare, a mio avviso, solo per un pacchetto di leggi poste a nostra tutela, ciò che deve cambiare è in primo luogo, il nostro modo di vivere l’omosessualità e soprattutto il nostro rapporto con la società.

Dico questo, e lo dico da sempre, perché nella mia personale esperienza di vita per il fatto di essere gay non ho mai subito nessuna delle aberranti storie di razzismo ed esclusione da cui tutti, destri e sinistri, prendono le distanze e che in modo ormai insopportabile i rappresentanti del mondo gay ci propinano per intenerire e sobillare l’animo dell’opinione pubblica, pietismo subdolo e inconcludente.

Perché scrivo di questo? Perché spesso mi accorgo che altri gay si sentono offesi, vilipesi e perseguitati più per partito preso che per reale condizione, ed io penso che il sentirsi non accettati sull’onda di una convinzione alimentata da terzi ti impedisca di prendere quello che di buono c’è nella società.

È quello che ho percepito parlando con Sebi e Giuseppe due ragazzi gay non ancora trentenni.

Il primo mentre discutevamo della situazione politica e sociale del nostro paese mi ha confidato che sente l’odio della chiesa e che quest’ultima ha la colpa di infondere odio tra la gente.

Il secondo,invece, pensa che la società sia tesa in uno slancio omofobico verso la sua persona, e questo sulla scorta del fatto che la sua vicina, il giorno dopo una festa per soli gay a casa sua, avesse usato un tono canzonatorio ed effeminato mentre cantava la ninna nanna ai suoi gatti (!?!). Questo l’ha fatto star male perché si era sentito offeso e deriso.

Non mi ricordo chi disse che se combatti il nemico, questo alla fine diventa più forte.

Non penso di avere tutte le risposte, ne che le mie risposte siano più giuste delle altre, ma so che ciò che può salvare il mondo è solo cominciare di nuovo ad avere fiducia nell’uomo ed ignorarne le sovrastrutture da questo costruite nei secoli solo per paura.

Per quanto riguarda la chiesa, penso semplicemente che occorre cominciare ad ignorarla, riservando a questa organizzazione quell’atteggiamento che siamo soliti assumere verso chi non consideriamo un nostro interlocutore.

Se davvero pensiamo di avere dei diritti chiediamoli a chi è deputato a concederli: il parlamento e i miei rappresentanti.

Alzare di scudi verso le parole della chiesa o dissotterrare l’ascia di guerra contro preti e pretonzoli in fondo non fa altro che concedere loro un ruolo che non gli è dato.

A tal proposito mi chiedo. Ma il vero scandalo qual’è? Il fatto che un’organizzazione dica che l’omosessualità è contro natura e se la vivi fai peccato? Questo a mio avviso dimostra solo che c’è chi è costretto ad attenersi a parole scritte duemila anni fa in un librone che si chiama bibbia sostenendo che tali parole sono sempre attuali e frutto di una logica granitica.

A me personalmente questa gente fa tenerezza e anche un po pena, che misera vita deve essere negarsi il diritto di pensare con la propria testa. Ma in fondo ognuno è artefice del priprio destino.

Sarò strano, ma io di quest’universo di baciapile e ipocriti incensati non voglio interessarmene, che parlino al vento, già lo fanno ad un’entità che non esiste.

Per quanto attiene al rapporto con gli altri in genere, vicine di casa gattare e spostate di testa comprese, sostengo che ciò che può fare la differenza è avere un atteggiamento del tutto identico a quello che si avrebbe con i propri amici gay.

Se ci ostiniamo a condurre questa doppia vita, una, riservata agli amici etero, ai tuoi colleghi di lavoro o di università ai vicini di casa, l’altra ai nostri “simili”, non facciamo altro che dar ragione a chi pensa che di quello che siamo se ne deve avere vergogna e si deve tenere nascosto come un difetto che non si vuole far vedere.

La gente che ci circonda non ci conosce, magari aspetta proprio da parte nostra l’opportunità di farlo.

Alla vicina di casa che canta in modo effeminato quando ci vede perché non la invitiamo a prendere un caffè da noi? Al collega che ci canzona, perché non gli presentiamo le nostre amiche più carine? Al passante che ci guarda in modo truce, perché non gli rivolgiamo un saluto?

Spiazziamo i nostri nemici semplicemente non trattandoli come tali, facciamo il contrario di quello che gli altri si aspettano da noi: viviamo felici!

Buonismo penserete, invece no! Semplicemente quel rispetto e quella civiltà che siamo bravi a pretendere ma di cui per paura o per vanità intellettuale pensiamo di non dover dare.

Non ci resta che fare che i nostri desideri diventino realtà.

Light&Dark

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