Io mi reputo un laico nel senso più tradizionale del termine, non riconosco alla religione alcun ruolo centrale nella società e penso che essa, seppur debba essere libera e non ostacolata dagli stati, non possa divenire metro per giudicare le politiche e le scelte di un paese.
La laicità è un valore che non può essere paragonato alla religione, perché, essa è il fulcro ideale che deve esistere e ispirare la democrazia, gli stati confessionali, e oggi ne sono tristi esempi l’Iran o
Essere religiosi dovrebbe essere un fatto privato, una fonte ispiratrice della vita personale dell’individuo, senza per questo pretenderne l’applicazione attraverso provvedimenti legislativi, perché la legge in uno stato democratico deve appartenere a tutti.
La mente non può andare ad un personaggio come Gandhi che facendo leva anche sulla religione del suo paese senza versare ne sangue ne lacrime riuscì a far arretrare il più imponente degli imperi quello Britannico.
Se tentassimo un parallelismo tra i monaci scalzi, poveri, raminghi ed asceti della Birmania con i nostri esponenti del clero, tronfi detentori di un potere temporale protetto e giustificato anche con la menzogna, poveri spiritualmente ma ricchi ed avidi di beni materiali, le religioni occidentali risulterebbero un mesto e triste ritratto della decadenza dell’occidente a cui però sembriamo esserci assuefatti tutti da tanto tempo.
So che a molti la mia sembrerà un’invettiva livorosa e di parte ma i miei argomenti non si fermano solo ad atteggiamenti, comportamenti e contegni esterni a cui il Vaticano ci ha abituato ed personalmente infastidito negli ultimi secoli.
Ogni grande movimento di massa ha le sue contraddizioni a me non tocca che prenderne atto e esplicitare il mio biasimo.
La storia della chiesa, specie quella cattolica, sta a dimostrare, come essa è sempre stata dalla parte dei potenti per difendere i suoi interessi personali prima di avere cura delle anime e delle vite dei fedeli che pretende di voler difendere.
Anche in Italia abbiamo subito l’onta di una dittatura, becera e autodistruttiva che ancora stenta nel cuore della gente ad essere estirpata, la chiesa e il papa avrebbero potuto fare la differenza ma hanno deciso di non farlo, i Patti Latenarensi ne sono la dimostrazione palese e triste.
Qualsiasi chiave di lettura si voglia dare a quel periodo storico, qualsiasi tesi che argomenta al contrario asserendo che la chiesa è stata vittima degli eventi, mi sembra ancor di più ipocrita e oscena di fronte al sacrificio fisico e morale che migliaia di monaci birmani in questo momento stanno affrontando.
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